MOSTRA
Carmine Luino
papièlcut
opere in carta ritagliata
Testi e cura della mostra di Roberta Pilar Jarussi
Napoli / Teatro Nest
Da ottobre 2024 a marzo 2025
Foggia / Tennis Club
Dall'11 luglio al 30 settembre 2024
La vita ritagliata
Ci sono storie da raccontare senza parole.
Ci sono vulcani, mari, case, figli, che riconosciamo da una linea, e basta.
Sottrarre, per aggiungere forza.
Limare per arrivare al nocciolo delle cose, e apprezzarne il senso, il valore.
Papièlcut questo fa.
Prende i nostri sogni, i nostri luoghi, i desideri e i tic, la vita nostra, e ce la restituisce pulita, senza più niente da scartare.
Quel che arriva, negli occhi e dentro, è un contorno che possediamo anche al buio. Dettagli che vivono. Sagome stagliate dal resto che, per star al mondo, non hanno bisogno di altro.
Roberta Pilar Jarussi
[Napoli – Stromboli, 19 giugno 2024, ore 2:15]
Ass 'e mazze
50 x 70 cm
carta ritagliata, acrilici, vernice oro – 2024
I vecchi, i bambini, la strada, le voci, la gente, le cose che si fanno insieme, giocare a carte per esempio, o raccontare le storie, le storie di ieri e altre che non ci sono ancora.
Ass’e mazze, che nelle altre regioni chiamano asso di bastoni, simbolo fallico e portafortuna, immagine arcaica e contemporanea allo stesso tempo, è qui in una versione senza tempo: la forma è fedele, eppure le tinte, quel punto di verde e di giallo, più morbidi rispetto ai colori tradizionali, il rosso che manca, e poi l’impercettibile spessore che il ritaglio crea, lo rendono nuovo, come se vedessimo per la prima volta una cosa già nostra.
Sirena Partenope
50 x 70 cm
carta ritagliata, acrilici, vernice oro e rame – 2024
Sensuali e inafferrabili, fragili ma anche forti. Cariche di bellezza ma prigioniere di un corpo che non posseggono. Seducenti, eppure alle volte inascoltate. Donne e femmine, non così diverse da quelle che abitano il nostro mondo.
La leggenda racconta di una sirena rifiutata da Ulisse che, per il troppo dolore, si toglie la vita. Viene rinvenuta su una spiaggia; proprio in quel luogo verrà poi fondata la città di Napoli.
Napoli, dunque, unica e bella com’è, nasce da un dispiacere, da un sacrificio estremo che però genera vita.
Sirena partenope è figlia di questa storia. La sua coda luccicante è impreziosita dal rame, ma ne esistono versioni anche con lamina d’argento e d’oro, di tanti colori.
Cinquecento
50 x 40 cm
carta ritagliata, acrilici – 2024
La sua inconfondibile forma, morbida e senza spigoli, è inimitabile. Fonte di ispirazione per tanti modelli che sarebbero arrivati dopo, resta ferma nell’immaginario di tutti noi. La Macchina, la più piccola delle piccole, la macchina da città, la macchina giovane, la macchina delle famiglie italiane, l’utilitaria per tutti, il simbolo dei nostri anni 60.
Da un punto di vista cromatico, la composizione sfrutta l’impatto forte e allo stesso tempo ben bilanciato del contrasto tra complementari. Cinquecento è giallo tuorlo con delle sfumature che riprendono l’arancio delle ruote e della maniglia a cuore (a guardar bene, un cuore c’è sempre), su un fondo verde chiaro.
La sagoma calda su sfondo freddo, si fa ancora più tonda e capiente, come di fatto è. L’occhio che guarda, nel frattempo, non si stanca, non viene disturbato da niente, funziona tutto.
Specialino
50 x 40 cm
carta ritagliata, acrilici, vernice argento – 2024
Sinonimo di giovinezza per chi in quegli anni c’era, per i ragazzi di ieri che l’hanno guidato almeno una volta e per quelli di oggi che l’hanno conosciuto solo attraverso i racconti e le tante immagini.
Ancora un omaggio al design italiano che a lungo è stato sinonimo di eccellenza nel mondo. Un omaggio alla forma bella e alla semplicità, e alla spensieratezza, Specialino “ci toglie i problemi”, lo dice anche una canzone.
Anche qui la composizione gioca sui contrasti di colori puri, ma in modo inverso. Se la morbida e solida Cinquecento è calda su un fondo (un cielo!) freddo, Specialino è di un verde leggero leggero su un fondo che si accende come il sole.
Il cuore rosso è un dono d’amore, una firma, o uno di quegli adesivi che si mettevano ovunque.
Mongolfiera
40 x 50 cm
carta ritagliata, acrilici, vernice argento e rame – 2024
C’è stato un tempo, è così lontano che non eravamo neanche nati, in cui lo sguardo era solo ad altezza uomo. Viaggiare, andare, arrivare lontano, obbligava comunque a guardare la strada e il mondo sempre dalla stessa altezza. È un tempo che non riusciamo a immaginare, ma c’è stato.
Se lo spazio intorno a noi a un certo punto è diventato enorme, lo sguardo lungo, le opportunità centuplicate; se abbiamo conosciuto luoghi, persone, vite tanto dissimili dal nostro quotidiano, se anche la nostra capacità di fantasticare è mutata, lo dobbiamo a chi per primo ha visto le cose dall’alto, rimpicciolirsi come puntini fino a sparire, e poi ce le ha raccontate. Mongolfiera è un sogno di libertà e leggerezza, è il desiderio che si compie, è un cielo infinito con pure le nuvole.
Pesci
variazione 6240 / 70 x 50 cm
carta ritagliata, acrilici, vernice e foglia argento e oro – 2024
Questi siamo noi. Moltissimi, tutti diversi, vicini ma liberi di scegliere da che parte andare. Unici anche quando sembriamo uguali, e pure in qualche cosa simili.
Pesci è un inno alla molteplicità e alla diversità dell’essere ed è un incoraggiamento a esistere (e resistere) così come siamo, a prescindere da chi ci sta a fianco. È la voglia di immergersi e andare in fondo alle cose.
Pesci è un tema ricorrente, assai caro all’artista ed è, anche, un esercizio di stile, l’occasione per sperimentare tecniche, materiali, effetti cromatici, sfumature sempre diverse. Ne esistono in molte versioni: in questa composizione sono tanti ma altre volte sono in pochi, o in coppia o da soli, e non ce n’è mai uno uguale a un altro. Come nella vita vera, insomma.
Abissi
Trittico con pesci / 3 dischi di diametro 30 cm
carta ritagliata, acrilici, vernice e foglia oro, metacrilato – 2024
Nel trittico le sagome dei pesci sono incollate a cerchi di metacrilato trasparente, che crea spessore, riflessi e una particolare scintillanza come fossero, appunto, dei pesci degli Abissi.
Al di qua della composizione, l’osservatore ammira i pesci appena un po’ alterati dai “vetri” sferici, come se guardasse il fondo del mare così popolato e vivo, dagli oblò di un sommergibile.
Cuore di Sirena
20 x 20 cm
carta ritagliata, acrilici, vernice e foglia oro – 2022
Napoli, potremmo forse dire, nasce da una ferita, come atto di ribellione al dolore dell’abbandono. La Sirena intanto, nell’incontro con Ulisse, ha perso tutto. Prima della stessa vita, ha perso le forze, la gioia di piacere e quell’impagabile sensazione di onnipotenza che l’amore reciproco dà.
Il dolore, quello vero, non è quantificabile. Non si misura in peso, grandezza e neanche nel tempo che serve affinché passi. Il dolore vero, segna e resta dentro.
Cuore di Sirena è un cuore anatomico ma è speciale: pulsa, gode, soffre, e vive e respira anche sott’acqua, dev’essere per questo che ha le branchie.
Facciagialla
San Gennaro
30 x 30 cm
carta ritagliata, acrilici, foglia oro – 2024
Dedicato a San Gennaro che, a Napoli, prima ancora di essere un santo, è uno di famiglia.
Il nome Facciagialla, che nella forma contratta, più confidenziale, diventa “Facciagià”, viene dal colore della statua del santo, tutta d’oro, faccia inclusa. Coi santi, a Napoli, si può dialogare alla pari, senza soggezione, è un chiedere aiuto semplice e diretto che accomuna laici e cristiani, in un modo che probabilmente la gente di altri luoghi fatica a capire.
Qui la testa di San Gennaro diventa una sagoma stilizzata più simile al disegno moderno di un teschio.
La foglia oro usata per il volto e per dare lucentezza al copricapo, il manico ricurvo del bastone e la lacrima rosso cangiante che scende (il sangue che si liquefa quando il miracolo si compie), lo rendono immediatamente riconoscibile.
Sciò
30 x 30 cm
carta ritagliata, acrilici, vernice oro – 2024
Come fossero facce della stessa medaglia – la devozione e la scaramanzia – ecco la testa dello jettatore che fa il paio con quella del santo. Da una parte San Gennaro, d’oro brillante e rosso; dall’altra una maschera “funerea” che però mette allegria.
La forma del volto, il cappello e gli occhiali tondi ricordano Totò nei panni dello jettatore professionista, nel film La patente, tratto dalla novella omonima di Pirandello.
Cambiano i colori e i dettagli, ma le due composizioni – Facciagialla e Sciò – si assomigliano, si completano, stanno bene insieme.
Sciò è il suono inconfondibile, molto più che una parola, che accompagna il gesto e scaccia via la malasorte.
I ♥ lettera
30 x 30 cm
carta ritagliata, acrilici – 2024
Lettera da lontano
Lettera da seguire le parole con l’indice di una mano
Lettera scritta fuori dai denti
Lettera senza firma, lettera con pochi argomenti
[…]
Forse anche le tante lettere che Enzo Jannacci racconta in Lettera da lontano, sono state scritte così, battendo sui tasti di questa macchina da scrivere.
I ♥️ lettera è ancora un omaggio al design italiano che negli anni 50 e 60 ha creato cose che sarebbero state belle per sempre. Un omaggio a giornalisti e scrittori, poeti, sognatori e amanti, che l’hanno adoperata come fosse un prolungamento della loro stessa mano, anzi del loro stesso pensiero.
Un omaggio a chi fa della scrittura la ragione assoluta della propria vita. Ed è un invito, anche, ad avere cura delle parole, quelle che si scrivono, quelle che si dicono, che siano sempre utili, asciutte e piene di bene, come queste qui, che sono addirittura cuori.
Cock-tail
Illustrazione per Variazioni senza tema di Manlio Santanelli
30 x 30 cm
carta ritagliata, acrilici – 2022
Opera facente parte della collezione dieci x dieci già esposta al teatro San Ferdinando di Napoli nel novembre del 2022
Se una piscina bella e lussuosa diventa improvvisamente un’oasi naturalistica ad uso esclusivo degli uccelli, possiamo facilmente immaginare un certo Mr Bird, mondano e figo, che si gode il suo aperitivo. Lo fa col cuore, che anche graficamente non manca mai: in questa illustrazione, in particolare, il papillon dell’uccellino è composto da due cuori.
Cock-tail nasce come illustrazione di un racconto di Manlio Santanelli, il più grande drammaturgo vivente napoletano, dopo Eduardo.
Come per le altre illustrazioni realizzate per lo stesso libro, le forme sono semplificate più che mai, mancano del tutto sfumature, profondità e brillantezza. Vengono adoperati soltanto due colori, il nero e il rosso corallo, su fondo bianco.
L’intento di “asciugare” e sottrarre per raggiungere una estrema sintesi cromatica e formale, è in questi lavori particolarmente chiaro.
Lumache in fuga
Illustrazione per Variazioni senza tema di Manlio Santanelli
30 x 30 cm
carta ritagliata, acrilici – 2022
Opera facente parte della collezione dieci x dieci, già esposta al teatro San Ferdinando di Napoli nel novembre del 2022
Le lumachine, sinonimo di lentezza e minuteria, fragili e alle volte pure buone da mangiare, vengono utilizzate da una coppia bizzarra per delle ancor più bizzarre corse, in casa, sulle quali scommettere.
Lumache in fuga nasce come illustrazione per il racconto Il lumacodrono, di Manlio Santanelli, tratto dal suo libro Variazioni senza tema.
I colori sono ancora il rosso corallo e nero, su fondo bianco. Qui ci sono tre lumache che scappano nella stessa direzione, è una “diversa”, da sola, che marcia in direzione contraria .
Commesso amatore
Illustrazione per Variazioni senza tema di Manlio Santanelli
30 x 30 cm
carta ritagliata, acrilici – 2022
Opera facente parte della collezione dieci x dieci, già esposta al teatro San Ferdinando di Napoli nel novembre del 2022
Il bagaglio di colui che viaggia per amore, e a chi dà e a chi promette, sarebbe esattamente questo: un elegante bombetta, borse e valigie grandi il giusto, e soprattutto cuore e labbra appassionate.
Commesso amatore è dedicato a un racconto di Manlio Santanelli che si chiama Gelosia. È una composizione semplice e sintetica anche se contiene tanti dettagli, ed è realizzata con soli due colori su fondo bianco. Per dare forza all’immagine e rendere più efficace la comunicazione visiva, si può decidere, come precisa scelta stilistica, di adoperare pochi, pochissimi colori pieni, nero incluso. È il caso di queste illustrazioni realizzate per il libro Variazioni senza tema.
Elefantino blè
Illustrazione per Animalove
30 x 30 cm
carta ritagliata, acrilici – 2021
È una delle illustrazioni ed è anche la copertina del libro Animalove, 80 pagine da colorare, creato per aiutare i cani e i gatti di strada e contrastare il randagismo.
Elefantino blè ha una forma semplice e sinuosa che ispira tenerezza e piace anche ai bambini. Riprende lo stile giapponese kawaii, cioè immagini gradevoli alla vista ma allo stesso tempo facilmente riconoscibili da chiunque.
Elefantino blè, come tutti gli altri protagonisti di Animalove, ha il cuore. Non potrebbe essere diversamente: il titolo “Animalove” contiene le parole anima – animale – amore: difficile immaginare tutto questo senza un cuore.
Quello dell’elefantino sta in bilico sulla punta della sua proboscide, come un respiro, uno sbuffo o un gioco.
C'eccis
Cape di morte delle Fontanelle
30 x 40 cm
carta ritagliata, acrilici, vernice oro e rame – 2024
Esiste un luogo di culto, a Napoli, tra i tanti, in cui la vita e la morte s’incontrano senza troppe cerimonie; un luogo frequentato da credenti e laici, gente della strada o dei salotti, colti e ignoranti, poveri e ricchi, ed è il Cimitero delle Fontanelle, un ex ossario nel cuore del Rione Sanità, il quartiere più ricco di storia e tradizione della città.
Il primo impatto è senz’altro quello di essere finiti in un posto macabro, ma la consuetudine (e la natura stessa dei Napoletani), vuole che con le “cocce dei morti” si possa dialogare, discutere e anche scherzare.
Nel collage i teschi sono tutti differenti, come le persone.
C’eccis è un omaggio alla diversità, che preoccupa talvolta in vita, ma a cui la morte non fa proprio caso. È la suggestione del trovarsi, da vivi, circondati fra i teschi, e sentirsi in fondo non così a disagio, perché la morte, se smette di essere un tabù, è rassicurante, è democratica, è di tutti, come insegna Totò, nella poesia ‘A livella.
Cuorno
25 x 30 cm
carta ritagliata, acrilici, vernice oro – 2024
Rosso di passione, lucido e pieno, bello da tenere, il Cuorno non è solo il miglior portafortuna che ci sia, è anche il “dono” per antonomasia. Ha una forma pulita, essenziale; i dettagli non contano, l’importante è che ci venga donato. Perché sia efficace e scaramantico, infatti, dev’essere un regalo, altrimenti non funziona. La buona sorte, come l’amore, non si può comprare.
Cafè
25 x 30 cm
carta ritagliata, acrilici, vernice rame e argento – 2024
Simbolo del rituale più “nostro”, il più diffuso e condiviso, non solo a Napoli o al sud. Un gesto che rimanda al piacere della pausa e del fare, al senso di comunità, di amicizia e di famiglia. Qualcosa che ci accomuna anche quando ci sentiamo senza patria.
Ed è un omaggio, anche, al design italiano, a un’icona tra le più famose nel mondo. La forma perfetta di questa caffettiera nata negli anni 30, è diventata nel tempo sinonimo del Made in Italy e simbolo positivo di questo paese.
Questa è scura e “macchiata”, proprio come quelle vere, vissute, sempre sul fuoco, che non sono mai lucide. Il cuore rosso, anzi tre cuori, è il profumo che sale, un profumo che amiamo, ed è tutto quello che intorno a un buon Cafè succede.
Il sogno di Odisseo
Testa di Sirena – 25 x 30 cm
carta ritagliata, acrilici, vernice oro – 2024
Arriva in sogno, l’immagine della sirena, nel momento di massima resa. Arriva frammentata e scomposta, che il danno fatto è talmente grave che neanche l’inconscio ce la può fare a tener insieme i pezzi.
Torna come un’ossessione o un senso di colpa, un desiderio tradito che poi diventa eterno, un “sogno” che poteva essere vero, invece è andato perso.
Ci piace pensare a Odisseo come a un uomo con il cuore gonfio per l’amore sprecato, per un canto che poteva accarezzare e sedurre, invece l’ha reso ostile.
Ne Il sogno di Odisseo, noi la sirena la intuiamo soltanto. La riconosciamo dal profilo sensuale e malinconico, dai colori, da un pezzo di coda.
La tecnica e lo stile rimandano a Sirena Partenope e a Cuore di Sirena, pagine diverse della stessa storia, e a un senso di ineluttabilità che fa sì che le cose vadano bene oppure male, e restino intere o finiscano in briciole, il più delle volte senza che dipenda realmente da noi.
Extra bonus
Opere in varie misure
Alcune delle opere di questa mostra sono in libera consultazione. Non appese ai muri, dunque, ma da toccare, sfogliare, osservare senza il filtro della esposizione. Un tentativo di avvicinare le opere a chi guarda, per coglierne meglio la matericitá e i dettagli.
Iddu. Appunti dal vulcano
Note conclusive
di Roberta Pilar Jarussi
Ho cercato delle parole per raccontare queste opere, le ho cercate sull’isola di Stromboli e in mare, nei viaggi di andata e ritorno che durano una notte intera. Ho scritto sotto al sole, sulla sabbia nera o al buio, nel telefono o sui tovaglioli di carta di Ingrid, che è il bar della piazza.
Stromboli, che gli isolani chiamano Iddu, è un luogo difficile, con una natura prepotente che salta addosso, il mare scuro, il fuoco del vulcano che quest’anno si vede anche dal paese, e una specie di magia, sempre, ovunque, che bagna tutte le cose.
Eppure decifrare il mondo da “qui”, sembra semplice.
Io credo che la bellezza essenziale e pura di quest’isola, abbia qualcosa in comune con le storie che ognuna di queste opere racconta. O almeno io ho riconosciuto lo stesso sapore, ed è un sapore che mi piace assai.
18-28 giugno 2024
Testi di Roberta Pilar Jarussi – Opere e foto Carmine Luino – Tutti i diritti sono riservati ©